Giampiero Perri e don Angelo Tataranni tra i 60 enni protagonisti di “60 (e dintorni)”, il libro della giornalista de “La Repubblica”, Alessandra Paolini, appena uscito per Typimedia editore.
Le esperienze, le storie, le confidenze dei due lucani insieme a quelle di altri 60enni illustri come Malagò, De Giovanni, Ghini, Gastel, Buffa e Pappano.
Ci sono anche due magnifici sessantenni lucani, il manager Giampiero Perri e il sacerdote don Angelo Tataranni, tra i protagonisti “60 (e dintorni)”, il libro con cui casa editrice Typimedia inaugura la collana “Phoenomena Trend”.
L’autrice, Alessandra Paolini, giornalista de “La Repubblica” che si occupa di costume, società e tendenze, ha intervistato tredici sessantenni facendoli parlare “a ruota libera dei loro sessant’anni, di ciò che hanno fatto ma, soprattutto, di ciò che hanno ancora voglia di fare, tra ambizioni professionali, soddisfazioni personali e affetti familiari”.
I racconti di Perri e don Angelo contribuiscono a creare questo mosaico di confidenze ed esperienze, che si trasformano in preziosi consigli da seguire, insieme ad altri personaggi molto noti: tra gli altri, l’attore Massimo Ghini, lo scrittore Maurizio de Giovanni, il fotografo di moda Giovanni Gastel. Ma anche il direttore d’orchestra Antonio Pappano, il divulgatore televisivo Federico Buffa e il presidente del Coni Giovanni Malagò.
Un libro di lucido e razionale ottimismo, che chiude un anno difficile guardando al prossimo con fiducia, e che trasmette determinazione, creatività, idee e desiderio di non fermarsi e, in certi casi, di aprire nuovi fronti e di rimettersi in discussione.
Per i lucani, un ulteriore modo per comprendere il valore di due esperienze antitetiche quella di programmazione culturale e strategia di Perri e quella di missione cattolica di supporto a chi ne ha bisogno di don Angelo, che si innestano armonicamente e perfettamente tra le storie degli altri.
“60 (e dintorni)” è il libro che le donne lucane possono regalare agli uomini, sopratutto per far capire loro che il confine dei sessant’anni non è un punto d’arrivo ma può essere un punto di partenza o di (ri)partenza.