Dai laboratori di Acerenza al Vaticano: la “Resurrezione della Pace” dei maestri Saluzzi per Papa Leone XIV
ACERENZA – Un’opera d’arte nata nel cuore della Basilicata ha rappresentato il culmine simbolico dell’udienza concessa da Papa Leone XIV alle Pro Loco Unpli d’Italia, lo scorso 10 settembre nella Sala Nervi. Accanto alla grande emozione istituzionale per un evento storico, ciò che resta è il valore di un manufatto artistico che porta con sé l’eccellenza artigiana e la spiritualità del territorio lucano.
La scultura bronzea, intitolata “Resurrezione della Pace”, è stata interamente plasmata e fusa nel laboratorio artigianale di Antonio e Mario Saluzzi ad Acerenza, un vero e proprio scrigno di saperi tradizionali dove prende forma l’arte. Commissionata dal Presidente Nazionale Unpli, Antonino La Spina, per l’occasione, l’opera è stata consegnata nelle mani del Santo Padre come dono carico di significato.
Il capolavoro dei fratelli Saluzzi raffigura un Cristo Risorto colto nel momento in cui, ergendosi, sorregge il mondo. In un’allegoria di potente immediatezza, all’interno del globo prende vita l’UNPLI stessa, con la sua vasta rete di associati che, uniti, levano un corale e commovente invocazione per la Pace.
Non si tratta semplicemente di un dono, ma di un gesto dal profondo valore civile e spirituale. L’opera incarna perfettamente la missione delle Pro Loco: sorreggere le comunità, ridare vita alle tradizioni e farsi portavoce di un messaggio di speranza che parte dal basso, dai borghi e dalle città d’Italia. La “Resurrezione della Pace” è dunque il simbolo tangibile di un’Italia minore, fatta di volontariato e artefici di bellezza, che dalla sua periferia artistica sa lanciare un messaggio universale.
Un momento indimenticabile, quindi, che ha visto l’eccellenza artigiana di Acerenza e l’impegno dell’intera rete Unpli consegnarsi idealmente nelle mani del Pontefice, portando con sé la voce di migliaia di comunità e la maestria di un territorio che non smette di creare bellezza.



Pro Loco AcerenzaVia Umberto I, 3

